2 commenti

  1. BUON 25 APRILE
    Un commento di Stefano sull’antifascismo oggi:

    “Le considerazioni di Sonia secondo me sono figlie di un accalorato sguardo al presente, al presentissimo direi, e per certi versi ad un mondo ideale in cui avere delle idee, soprattutto quelle abbastanza chiaramente giuste, e dichiararle apertamente sia una cosa normale e quasi sollecitata dalla società “civile”. Ma non è così. Non lo è mai stato, in nessun posto, tranne in alcune zone e solo per certi periodi. Giovinezza della democrazia? Giovinezza dell’essere umano prima ancora del suo modo di organizzarsi insieme? O proprio inadeguatezza congenita dell’essere umano a rispettare l’altro? Tutte risposte rispettabili ma io propendo per l’ultima. Quante persone conosciamo la cui vita sembra essere votata a rompere il cazzo (in tutte le sue espressioni) al prossimo?
    E qui torniamo al presentissimo. Che fare? Anzitutto non c’è per tutti una risposta univoca, esemplifico: anche se sapessi che comportarsi, ne dico uno tanto per dire, come Sgarbi avesse effetti salvifici non riuscirei a farlo perché per fare lo stronzo in maniera convincente e a lungo bisogna esserlo profondamente. Ed è per questo che molti italiani hanno subito il fascismo semplicemente sperando che finisse il prima possibile. Se la Massa esiste è questo, e ogni volta viene tirata per i capelli, per la giacchetta un po’ dall’una un po’ dall’altra parte, in modo gentile o violento, esplicito o subdolo. Ed è veramente difficile non sentirsi massa in molti frangenti. 
    Oggi. Casalecchio oggi è Casalecchio del 2021. Ricordiamoci da dove nasce l’Emilia rossa. Dov’è oggi quello spirito di una comunità unita da conquista e difesa di diritti fondamentali? Non esiste più. 
    Personalmente credo che piuttosto che firmare una dichiarazione di intenti che sono già in Costituzione e per la stragrande maggioranza già normati sarebbe meglio cercare di ricostruire il modo di stare insieme e aggregare, il modo di costruire dal basso e dai ragazzi l’educazione a tutto ciò. 
    Firmo, ok. Poi? Concretamente che faccio? E per favore non parliamo dei 5-10-15 entusiasti o meno che si riuniscono con spirito analogo a quello 68ino. Il mondo, soprattutto quello occidentale, cambia e mi pare che questa non sia l’ondata della Sinistra (volutamente maiuscola). Non credo avrò modo di ricredermi nel corso della mia vita, ma magari!… Però non vedo idee nuove, moti spontanei e soprattutto “seri” (che fine può fare una esperienza pur lodevole come le sardine? la battuta è facile: in scatola).
    Scusate la lunghezza, ma dopo 4 giorni di ospedale sono ossessionato da conduttori televisivi che prima danno la parola agli invitati come se volessero spiegato l’universo e poi dopo esattamente 1 minuto cominciano a intervenire fastidiosamente per togliergliela. Vivaddio, le opinioni vanno spiegate.
    Dicevo, ultima riflessione su di me: sono cresciuto in un tempo e in un contesto in cui tante cose erano oramai scontate (diritti, libertà di opinione) ma non so quanto il mio scarsissimo attivismo sociale/politico si sarebbe attivato in condizioni più difficili. Noi che abbiamo cominciato a ragionare negli anni 80 abbiamo incrociato già il declino del senso di comunità, lo sviluppo della frammentazione, dell’individualismo e di un modo di essere di sinistra troppo “recitativo”. Ed eccoci qua, eccomi qua, impastoiato tra obblighi (obblighi) lavorativi, di famiglia (piccoli, adulti, anziani), di gestione “aziendale” (abitazione, automobile, contratti del cazzo vari di servizi) e arranco. Indubbiamente mi sono invecchiato ma debbo dire che forse, se avessi il sacro fuoco della politica tralascerei quanto sopra e mi ci butterei, anzi, mi ci sarei già buttato.
    Cosa mi resta da fare allora per contribuire a “costruire” un mondo migliore, a me che scivolo facilmente nella massa? Per tenere fisso l’antifascismo che è in me? Mah, direi essere me stesso, nei comportamenti, magari riuscire a non indulgere ad atteggiamenti che convengono quando hai il coltello dalla parte del manico e sei tu a comandare.
    Insomma come dicevo sopra se sei stronzo viene fuori, e direi che la stessa cosa è per l’antifascismo.
    Poco, ma fuoco.”
    (Tratto dalla chat “Metafore geologiche”, 3 marzo 2021)

  2. IL PIACERE DEL DOVERE E IL FLUIRE DELLA VITA.
    Ci sono alcune cose obbligatorie per Stefano, oltre quelle imparate in famiglia e a scuola, che sono perfezionate con anni di inevitabili pensieri e che sono da rispettare per sempre, una volta prese. Sono quelle cose obbligatorie che non cambiano il mondo ma lo rendono migliore, non importa a chi.
    In questo c’è tutta la rigidità impeccabile ma incompresa di Stefano, dove il dovere è piacere della coerenza e gioia della stabilità, l’essenza della riservatezza e il segreto della stranezza.

    … e a proposito di stranezza alcuni commenti di Stefano sul periodo Covid:
    “Ahhhhh… bei tempi, tappati in casa volontariamente ma con la porta aperta e baci e abbracci quasi a stufo…”
    “…rimarrà solo la rumba!”
    Sonia, o meglio Dora!

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