Lunedì 12 aprile 2021 è stato celebrato il funerale di Stefano Scialè a Monterubbiano sotto un cielo piuttosto contrastato. E’ stato triste come si può immaginare, e passerà lasciando un po’ di solitudine nei cuori di chi a Stefano voleva bene e vivrà, d’ora in poi, la sua assenza.
Per i nativi analogici, quelli nati prima di internet, le amicizie sono poco virtuali e con Stefano la mia era istintiva, senza bisogno di consensi, come le mani del pianista che non aspettano conferme dal cervello per suonare. Così con Stefano l’intesa era musica generalmente originale, armonica o dissonante.
Sapeva farsi amare con un metodo tutto suo, anche a causa di un cuore nato indebolito, si poneva a priori in una condizione di prudenza evitando ogni possibile competizione. Alla sfida preferiva l’accordo, la concorrenza non rientrava nella sua normalità e privilegiava l’ascolto. Con me ed altri amici sosteneva “Tu sei quello che ha saputo gestire meglio di me le cose della vita”. Con elegante leggerezza si dichiarava naturalmente “inadeguato” a molte cose della vita degli altri. La critica verso se stesso era severa e di riflesso ti stimolava ad essere migliore!
Sono passati troppi anni e la memoria è frammentata, sarebbe utile l’aiuto delle stampe fotografiche e delle registrazioni magnetiche. Ricordo meglio i tempi recenti di Stefano tornato figlio per badare la mamma. “Scusatemi devo andare a mettere a letto la bambina” poteva dire riferendosi alla mamma non più auto-sufficiente con cui conviveva. In questo Stefano “inadeguato” è stato particolarmente generoso e determinato.
In una famiglia separata i figli possono diventare punti di riferimento e Stefano papà è stato un uomo sorprendente. Con un impiego ad oltre un centinaio di km giornalieri, aggiungeva altre decine di km per frequentare continuamente il figlio presso l’ex-moglie. Anche in questo Stefano “inadeguato” è stato costante e determinato.
Almeno una volta all’anno, Stefano indossava una tuta sportiva e, presto al mattino, seguiva me e i nostri figli per lunghe pedalate tra le piste ciclabili italiane. Chi va in bici in gruppo conosce un non-segreto: la velocità, il ritmo, le soste lungo il percorso non sono decise da chi pedala in testa, ma da chi pedala in coda. Il gruppo si adegua sempre all’ultimo, altrimenti non è gruppo. Stefano “inadeguato” ci ha accompagnato per centinaia di km, ed anche in questo è stato più resistente e determinato di altri.
Stefano ha regalato, non solo a me, la parte migliore di se stesso: era un “artista” d’altri tempi. Le ragioni di un matrimonio non riuscito, non hanno mai occupato il prezioso tempo passato insieme dedicato alla sorpresa di essere papà e vedere i nostri figli crescere, e noi con loro.
Abbiamo fatto molte scelte sapendo di aver escluso altre opportunità e siamo diventati quel che siamo, o siamo stati. Abbiamo rimuginato su presunte manchevolezze, anche distorte dal ricordo. Non so se potevamo essere migliori, ma sento che Stefano è stato migliore di me!
Quando non è uscito vivo dalla sala operatoria per l’intervento programmato del 10 aprile 2021 le mie gambe hanno tremato ed ho avuto paura. La nostra preziosa vita può finire anche senza preavvisi ed è appesa a fili delicatissimi. Non c’è tempo per vivere risentimenti e non c’è tempo per rimandare ogni singola occasione per volerci bene.
Buon viaggio Stefano,
Francesco
A che serve stà’ accussì
sempre ‘ncazzati ma po’ pe chi
oggi fa’ friddo e nun voglio ascì’
A che serve sta accussì
sempe ‘ncazzati ma po’ pe chi
fora fa’ friddo…
Nun me scoccià’
nun me scoccià’
statte quieto ca po vene ‘a sete
a furia ‘e parlà’
Nun me scoccià’ cchiù
tanto muore pure tu…
Condivido appieno il tuo pensiero, con Stefano ci siamo sempre lasciati alle spalle i nostri affanni per costruire e vivere momenti sempre belli e gioiosi insieme.
Ci lascia uno dei nostri migliori “artisti”, ci mancherai Stè!
Sentite condoglianze alla famiglia da tutta la Corporazione Artisti.
Corporazione Artisti
Stefano era essenza ed ora si capisce bene.
Quando la parte migliore di noi si allontana così tanto da farci perdere lontani nell’universo cieco, ecco che arrivano i ricordi, arrivano gli odori e tutto il resto.
L’odore di Stefano è invisibile, la sua indefinitezza è elastica, l’imperfezione magnifica: un’opera d’arte, come tutti, ma più consapevole.
Si vede qui tutta la sua profondità, intensa e abissale, “artistica” come scrive Francesco, perché l’Artista ha cura delle sue opere: per Stefano ogni pezzetto di amicizia è un’opera.
Esserci nell’assenza è possibile solo così.
Non è facile occuparsi del ricordo di Stefano: raccogliere montagne di foto, di fogli, messaggi, libri, musica, la voce, suoni, noci, caramelle, salsicce e vino, e pure le parabole.
Questo lavoro prenderà forma nel tempo mentre si cammina, insieme o da soli come sempre, ognuno per la sua parte, per quello che può e quando lo troverà.
Trovare Stefano a Monterubbiano e ovunque, come sempre, l’essenza non cambia, no?
Sonia, Signora Dora
Notizia tremenda. In questi anni mi tornavano spesso in mente le puntate del nostro programma in radio. Stefano era fantastico. Anche se in tutti questi anni anni non ci siamo più sentiti, sapere che non c’è più davvero mi addolora. Ciao Stefano.
Ciao Stefano, dopo molti anni (e molte vite) è strano trovarmi qui a pensarti quando ho saputo. Grazie per l’affetto e per il tempo passato assieme.
La vita è un’eccezione, il tempo non esite…con Stefano ho passato pezzi di vita che ora dovrò centellinare nei ricordi.
Lui c’era sempre…per tutti…non si è mai risparmiato…così ha consumato velocemente il suo “cuore”… e c’è ne ha donato un pezzo a tutti.
L’unica mia consolazione è che quando avverrà il mio trapasso chimico e restituiro tutti i miei atomi all’Universo, il mio spirito ritroverà “lo Scialè” …e so che sarà felice…Perchè, un’amico è per sempre e ovunque.